Ricerca annunci per codice

Rallenta il mercato immobiliare. Profondo rosso per gli spazi commerciali

3 gennaio 2019
Insert alt text here

Come sta il mercato immobiliare trentino? Decisamente bene, avremmo risposto fino a qualche settimana fa. Benino, ci tocca rispondere oggi.


Qualche giorno fa la Fimaa, Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’Affari, ha presentato l’edizione 2019 della sua “Guida Casa”, la pubblicazione di riferimento per il settore immobiliare, giunta quest’anno alla 23esima edizione. L’evento è stato l’occasione per tracciare un bilancio dei primi 10 mesi del 2018, aggiornando al 31 ottobre i dati fermi allo scorso agosto.


Ebbene, in soli due mesi il mercato immobiliare trentino sembra essere radicalmente mutato, passando da un incoraggiante +19% a uno striminzito +3%.


Ma cosa è cambiato in appena 60 giorni?
Innanzitutto, ha spiegato Paolo Borzaga, referente dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, sono cambiati gli indicatori utilizzati per misurare l’andamento del settore. Questo ha contribuito senz’altro a ridimensionare la percentuale di crescita, eppure non basta a spiegare un allontanamento così marcato dal tasso registrato nella prima parte dell’anno.

Il rallentamento quindi c’è ed è autentico, riscontrabile un po’ in tutti i comparti del settore immobiliare, dagli appartamenti agli spazi commerciali.


Le case private registrano prezzi al metro quadrato stabili rispetto allo scorso anno, ma con una polarizzazione del mercato verso l’alto e verso il basso. A trainare sono cioè le case più economiche e quelle più costose, mentre calano le compravendite di quelle che si posizionano a metà classifica (fra i 150.000 e i 200.000 euro di valore), tradizionalmente acquistate dal ceto medio.


Questa situazione, ha spiegato il presidente di Fimaa Severino Rigotti, non può essere ricondotta soltanto alla crisi economica, ma anche alla mutata situazione sociale: i giovani preferiscono la libertà dell’affitto ai vincoli della proprietà, la possibilità di cambiare come e quando vogliono anziché farsi imprigionare da mutui pluridecennali.


A sostenere il residenziale sono i buoni risultati che arrivano dalle valli, con un mercato degli affitti che si mantiene su ottimi numeri, anche grazie alla presenza dei lavoratori stagionali, e con quello delle seconde case che sembra essere ripartito.


In profonda crisi in tutta la provincia sono invece gli spazi commerciali, con appena 17 compravendite in tutto il 2018, addirittura in calo rispetto alle 24 rogitate lo scorso anno. Le cose non vanno bene neppure con gli affitti, che fanno registrare il segno meno un po’ in tutto il Trentino. La responsabilità, dicono da Fimaa, è imputabile anche all’incapacità dei proprietari degli immobili di leggere la situazione di crisi, adeguando le richieste alle condizioni del mercato.
Ecco il motivo dei tanti spazi sfitti soprattutto nei centri storici: le attività commerciali non riescono a sostenere le spese e sono costrette a chiudere.Ad aggravare questa situazione, poi, la generale razionalizzazione degli sportelli bancari, che ha portato alla chiusura di numerose filiali. Le banche erano le uniche a potersi permettere affitti di un certo livello e ora che se ne sono andate gli spazi a pianoterra rimangono desolatamente vuoti.