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ITEA: case gratis contro lo spopolamento delle zone periferiche

30 maggio 2019
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Abbiamo sempre sentito parlare (e scritto su queste pagine) di graduatorie infinite per chi ha fatto richiesta per la casa popolare. Eppure le cose non vanno così in tutto il Trentino. Ci sono alcune zone, quelle lontane dai grandi centri e quindi più difficili da raggiungere, in cui nessuno sembra voler andare. Lì ci sono alloggi ITEA per cui nessuno ha fatto domanda, destinati quindi a rimanere tristemente vuoti.


La Giunta della Provincia autonoma di Trento, nell’ambito della riforma globale dei criteri per l’assegnazione degli alloggi pubblici, sta quindi pensando di incentivare la richiesta di queste abitazioni, mettendole, ad esempio, a disposizione a titolo gratuito, con il solo pagamento delle utenze e delle spese condominiali. Le case verrebbero assegnate addirittura a prescindere dalle condizioni economiche di chi ne fa richiesta.


L’iniziativa verrebbe attuata in un primo tempo in modo sperimentale e coinvolgerebbe un numero compreso fra i dodici e i venti alloggi sparsi sul territorio provinciale. Il carattere “sperimentale” è dato dal fatto che la normativa non prevede la possibilità di concedere gratis gli appartamenti ITEA e l’unico escamotage per aggirare questo vincolo è appunto quello di inquadrare l’iniziativa all’interno di una sperimentazione.

I comuni coinvolti sarebbero quattro o cinque, destinati ad aumentare nei prossimi anni nel caso la sperimentazione portasse buoni risultati. È importante specificare che la gratuità del canone varrebbe solo nella fase iniziale. Trascorso questo primo periodo, i locatari sarebbero chiamati a pagare l’affitto secondo modalità da concordare con ITEA e secondo criteri da stabilire.


Il progetto si incardina appunto nella più generale revisione delle politiche per l’assegnazione degli alloggi pubblici. Già nei prossimi mesi dovrebbe entrare in vigore il criterio dei dieci anni di residenza per l’accesso alle case popolari. La Giunta sta inoltre pensando di rivedere i quozienti che premiano le famiglie con molti figli (spesso provenienti da fuori provincia), a svantaggio delle coppie giovani o di chi ha pochi figli.


Non mancano però le voci critiche. Il requisito dei dieci anni di residenza, in particolare, viene tacciato da più parti di incostituzionalità. Su questo i sindacati CGIL, CISL e UIL hanno fatto fronte comune, invitando la Giunta, e in particolare l’assessora Segnana, a confrontarsi con le parti sociali. A non convincere i sindacati è anche la possibilità che gli alloggi ITEA vengano assegnati senza nessun riguardo per le condizioni economiche di chi li andrà ad abitare.

A luglio, con l’assestamento di bilancio, scopriremo quali di queste misure troveranno applicazione concreta.