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Aste fallimentari: 610 immobili in vendita in Trentino

9 settembre 2019
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Si riduce il numero degli immobili messi all’asta in Trentino, pur mantenendosi su cifre importanti. Sono 610 quelli che i tribunali di Trento e Rovereto metteranno all’incanto da qui alla fine dell’anno, circa la metà appartamenti o abitazioni civili, per un valore complessivo superiore ai 120 milioni di euro.


Nel capoluogo, in particolare, si avvieranno da settembre a dicembre 476 aste, per un totale di 80 milioni di euro. La gran parte di questa cifra, circa 56 milioni, è rappresentata dai 41 immobili più costosi.
Le aste in programma nella città della quercia sono invece 134, con i 25 immobili più cari (quelli con prezzo di partenza superiore ai 500.000 euro) che valgono 37 milioni di euro.


Il patrimonio che andrà all’asta è composto da edifici di vario tipo: appartamenti, spazi commerciali, spazi industriali. Alcuni di questi immobili non sono al loro primo passaggio in asta e hanno anzi un passato di offerte pubbliche andate deserte. È il caso, ad esempio, del complesso turistico Solaria in val di Sole, che dopo aver visto fallire la precedente asta con prezzo fissato a 8 milioni di euro, si ripresenta ai potenziali acquirenti con uno sconto del 25%, a 6 milioni di euro. Lo sconto di 1/4 del valore è peraltro quello previsto dalla normativa per questo tipo di procedimenti.


Ha una storia un po’ diversa l’ex capannone SEA in via Unterveger a Trento. Il prossimo 9 ottobre sarà presentato per la prima volta in asta con prezzo di partenza fissato poco sotto i 3 milioni di euro, a quota 2,877 milioni. In questo caso i rialzi ammessi partono dai 10.000 euro.


Una buona parte di questo patrimonio (per la precisione, circa la metà delle aste di Trento e circa un terzo di quelle di Rovereto), è rappresentata da abitazioni private. Il loro numero è sensibilmente in calo rispetto agli anni scorsi (perlomeno nella nostra provincia), a testimoniare una situazione economica in ripresa. Gli immobili messi all’asta giudiziaria provengono infatti spesso da pignoramenti seguiti a fallimenti o mancati pagamenti di mutui e debiti. Le case in vendita si sono ridotte parallelamente ai crediti deteriorati in mano alle banche (in particolare alle Casse Rurali), che li hanno ceduti alleggerendo i propri bilanci da perdite potenzialmente enormi.


Non vanno altrettanto bene le cose nel resto d’Italia, dove il numero degli immobili messi all’asta continua a crescere. Se nel primo semestre del 2018 i 140 tribunali italiani hanno lavorato su 128.000 casi, quest’anno siamo saliti a 152.000, per un valore di oltre 25 miliardi di euro. Questo valore, va detto, è del 56% inferiore a quello che avrebbero gli stessi edifici se venduti sul mercato.